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Aromi naturali e non – Definizione, Differenze, Regole
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Parliamo questa volta degli aromi (aromi naturali e non) ed in particolare di quello al tarfufo.
AROMI NATURALI
Sono quelli “la cui parte aromatizzante contenga esclusivamente sostanze aromatizzanti naturali e/o preparati aromatizzanti”. Per capire meglio questa definizione, è necessario ricordare quanto prescritto dal testo che si occupa di queste sostanze, il d.to leg.vo 107/92.
In esso si legge che gli aromi naturali sono ottenuti “con procedimenti fisici, comprese la distillazione e la estrazione con solventi, oppure con procedimenti enzimatici o microbiologici a partire da una materia di origine vegetale o animale allo stato naturale o previa trasformazione per il consumo umano con procedimenti tradizionali di preparazione di prodotti alimentari, comprese l’essiccazione, la torrefazione e la fermentazione”.
Si tratta, quindi, di sostanze ottenute da matrici presenti in natura.
AROMI
Tutti gli aromi che non rientrano nella precedente definizione debbono essere dichiarati come “aromi”.
Quindi possiamo trovare di tutto nel cibo e nel caso del tartufo, abbiamo il bismetiltiometano (che ha il sapore del tartufo) ottenuto a partire dal petrolio (o da qualunque altra sostanza che non sia un tartufo) e quindi non si può parlare di “aroma naturale di tartufo” bensì di “aroma tartufo“.
Naturale o no, comunque, la convinzione è quella di avere tra le mani un
prodotto prezioso che contiene TARTUFO ed invece, per quanto ne sappiamo, salvo essere smentiti, è stato utilizzato il bismetiltiometano che è SOLO prodotto con la distillazione del petrolio.
Purtroppo è la normativa che stabilisce le regole.
Nel caso dell’olio, per scrivere “olio al tartufo” è necessario che nell’olio ci sia tartufo tal quale o componenti della sua frazione aromatica.
Se, invece, è stato usato un semplice AROMA TARTUFO (che pure conterrà bismetiltiometano, ma ottenuto dal petrolio o da qualunque altra cosa che non sia un tartufo), l’unica versione legalmente valida è OLIO ALL’AROMA DI TARTUFO oppure OLIO AROMATIZZATO AL TARTUFO. Il discorso degli AROMI, è valido anche per tutti gli altri prodotti, esempio biscotti, prodotti da forno, o altro, infatti si consiglia di acquistare sempre prodotti con la dicitura finale negli ingredienti “AROMI NATURALI”.
COSA STANNO CAMBIANDO GLI ITALIANI A TAVOLA
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Dal recente incontro sulla ricerca realizzata dal Censis nei mesi di settembre e ottobre 2016, si evidenzia che gli italiani hanno ridotto in maniera significativa l’uso della carne bovina. La riduzione del consumo di alimenti come carne, pesce, frutta e verdura, minaccia infatti, l’equilibrio nutrizionale della dieta delle famiglie italiane. Sono le famiglie meno abbienti a ridurre di più gli alimenti di base della buona dieta italiana, riducendo nell’ultimo anno il consumo di carne. Si mangia quello che ci si può permettere e il dibattito ideologico sul valore nutritivo degli alimenti è fuorviante. Con il minore consumo degli alimenti di base della buona dieta italiana, spesso sostituiti con prodotti artefatti e iper elaborati a basso contenuto nutrizionale, si minaccia l’equilibrio delle diete quotidiane delle famiglie e si generano nuovi rischi per la salute. Ricordiamo infatti, che in una giusta dieta e quindi nel nostro stile alimentare, ci deve essere una buona carne biologica, rossa e bianca. Dall’indagine del Censis emerge, infatti, che si consuma molta meno frutta (circa il 17%), meno verdura (circa il 16%), meno pesce (circa il 36%) e meno carne (circa il 46%) in particolare quella bovina che emerge il 37% in meno per le famiglie benestanti e il 52% per quelle a basso reddito.
Mangiare carne non è contro la buona nutrizione, infatti due porzioni circa di carne a settimana sono una quantità in linea con le raccomandazioni di medici e nutrizionisti. Le proprietà nutritive della carne sono uniche nel loro genere, contiene proteine nobili, vitamine (in particolare B12) ferro in ottima quantità (maggiore se viene condita con limone). Purtroppo le patologie del benessere sono aumentate negli ultimi venticinque anni e spesso sono state associate al consumo di carne rossa legandola anche alla possibilità di sviluppare tumori, quando ormai è stato dimostrato che il rischio è legato, non solo al cibo, ma anche da una molteplicità di fattori individuali, comportamentali e ambientali.
Fortunatamente in Italia la carne è sempre controllata, quindi prendete carne di qualità e garantita che ha, negli ultimi anni, una composizione lipidica ridotta del 50%. Quindi, due porzioni a settimana di carne rossa (es. manzo, pecora, cacciagione..) carne bianca (es. coniglio, pollo, maiale..), cereali, legumi e 5 porzioni al giorno di frutta e verdura.
Fonte Censis
Olio di Palma
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Dopo tanti anni, si parla finalmente dell’olio di Palma e dei suoi eventuali danni. Analizziamo in breve questo frutto.
Ettari di foresta vergine nel bacino del Congo sono stati trasformati in una delle piantagioni di palme da olio più estese d’Africa. Il progetto, avviato nonostante i timori degli ambientalisti, è coordinato da una società della Malesia leader mondiale del settore. Si sta investendo oltre 500 milioni di dollari nella piantagione e negli impianti di trasformazione facendo crescere il mercato dell’olio da palma del 9% ogni anno!
L’olio di palma è presente ovunque. Lo mangiamo quasi tutti i giorni: nei biscotti, nei gelati, nelle patatine, nel cioccolato e in altri prodotti, come ad esempio per la cura del corpo: nello shampoo, nei saponi, nei cosmetici.
E’ facile da produrre, duttile e redditizio, è diventato appetibile sui mercati internazionali già durante la rivoluzione industriale. L’Estremo Oriente ha iniziato a investire su questo prodotto nel 1966, sorpassando il paese di origine delle palme da olio: l’Africa. Oggi Indonesia e Malesia controllano il 90% della produzione globale, tanto che negli ultimi vent’anni la superficie dedicata all’olio di palma è triplicata e le coltivazioni intensive continuano a moltiplicarsi ad un ritmo impressionante, impiegando quantità massicce di pesticidi e divorando milioni di ettari di foreste vergini.
Al ritmo attuale, le foreste indonesiane (seconde solo a quelle amazzoniche) saranno distrutte aumentando la quantità di gas serra nell’atmosfera e distruggendo uno dei polmoni del pianeta. Durante il processo di trasformazione, ci sono alcune fasi di raffinazione che eliminano la parte gommosa (che produce una schiuma fastidiosa durante la frittura) e lo sbiancano, perché l’olio di palma “integrale” è rosso. Poi viene deodorizzato ed infine frazionato: la parte solida è perfetta nei prodotti da forno, come sostituto delle margarine; mentre la parte liquida è ideale per friggere. Durante questo tragitto, l’olio di palma perde diversi difetti (sostanze ossidate, degradate e maleodoranti), ma anche tutte le sostanze buone: i carotenoidi, la vitamina e i cosiddetti precursori della vitamina A (che nell’olio di palma integrale sono 15 volte più abbondanti rispetto alle carote e 100 volte più abbondanti rispetto al pomodoro).
Il prodotto finito, che ha perso colore, odore e sostanze nutritive, non ha più nulla a che vedere con il suo antenato africano, che aveva ed ha ancora, un ruolo fondamentale nella cultura e nell’alimentazione di molte etnie dell’Africa occidentale, dove con i grandi grappoli di bacche rosse e la trasformazione artigianale, si ottiene un olio denso e aranciato, che profuma di pomodoro, frutta e spezie. Un olio buono e nutritivo, ingrediente fondamentale della cucina tradizionale, che accompagna carne, pesce, verdure e riso.
Ecco, dunque, l’olio di palma che è un prodotto con una storia, legato ad un territorio, estratto da frutti che maturano nella foresta, ricco di vitamine fondamentali nella dieta africana, basata su cereali e legumi.
Quest’olio, che troviamo ovunque nelle nostre case, è nelle briglie del mercato globale una merce senz’anima, che distrugge l’ambiente, costa pochissimo, si lavora molto bene , non irrancidisce e aumenta di grassi saturi i nostri pasti quotidiani.
Ora pero’ si inizia a trovare biscotti e altri prodotti senza olio di palma, ma saranno veramente prodotti più sani e senza grassi pericolosi?
Fonte. SlowFood. MC
aria e acqua
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In questi mesi di vacanze suggeriamo di fare attività motoria, soprattutto per quelle persone che vivono intensamente i ritmi della vita moderna della città. Oltre a mangiare sano, infatti, è importante aggiungere almeno un’ora al giorno di movimento all’aria aperta.
L’ allenamento muscolare, la pratica sportiva regolare, la vita all’aria aperta ed ogni attività motoria che acceleri la respirazione e il metabolismo, permettono di aumentare la capacità polmonare e l’eliminazione degli acidi presenti nell’organismo.
Dedicare un po’ di tempo al riposo e al relax è fondamentale per rigenerare le nostre energie.
Nella scelta del luogo del weekend o delle vacanze, si dovrebbe dare l’importanza alla qualità dell’aria e del posto.
La qualità dell’aria e la sua purezza, dipendono da molti fattori, tra i quali la quantità di ioni, positivi e negativi presenti in natura, che aumentano dopo un temporale o con le onde del mare sugli scogli o mediante un irradiamento solare.
Per questo, in montagna o sulla costa del mare o in vicinanza di cascate o pinete c’è un clima rivitalizzante e di benessere con una energia positiva, responsabile di euforia e vitalità.
Il movimento, dunque, è un fattore essenziale, che se viene associato ad una corretta alimentazione, contribuisce al mantenimento dello stato di salute.
In conclusione, si deve cercare di trovare sempre un luogo salubre dove vivere, bere molta acqua mantenendo una adeguata idratazione, avere un movimento regolare ogni giorno possibilmente in ambienti adatti, minimizzare la condizione di stress ed avere un giusto equilibrio alimentare acido-base cercando di eliminare gli acidi.
In particolare, ricordiamo sempre di aumentare il consumo di cereali integrali bio, legumi, frutta, verdura, oli spremuti a freddo, cibi ricchi di omega3, vitamine ed oligoelementi e diminuire zuccheri raffinati, farine raffinate, proteine e grassi di origine animale.
Obiettivo nostro deve essere sempre quello di ristabilire un’alimentazione corretta per salvaguardare la salute e il benessere.
Frutta e verdura fresca
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Parliamo in questo mese di bevande fresche.
Nel periodo estivo infatti, spremute, succhi e frullati freschi hanno una valenza nutrizionale ottima, soprattutto per i bambini che hanno difficoltà a mangiare alcuni tipi di frutti. Sono molto pratici e ricchi di acqua e vitamine, oltre ad avere poche calorie, non affaticano la digestione e sono molto piacevoli per il palato. Tutti i vegetali, sono importanti per il nostro benessere e sono antiossidanti, oltre ad avere una importante valenza antitumorale.
La frutta e la verdura frullata o meglio centrifugata, ci da una pietanza salutare ricca di vitamine e fibre, ma deve essere preparato, possibilmente, senza zucchero e consumato in breve tempo, altrimenti la luce e l’aria degradano tutte le sostanze antiossidanti contenute nel succo trasformando la bevanda in una semplice bibita contenente acqua e zucchero, come capita in molti casi quando prendiamo i succhi di frutta confezionati nei supermercati, che vengono preparati da tempo e molto spesso con aggiunta di coloranti, dannosi per la nostra salute.
Molto importante è prendere la frutta, biologica e di stagione, con la buccia opaca e non lucida, in quanto la lucidatura, che aggiunge sostanze chimiche, è indispensabile per poter conservare il frutto più a lungo. Variare sempre il colore della frutta, in modo da assumere differenti vitamine e sali minerali e quindi scegliere frutta con colore Blu-Viola, Verde, Bianco, Giallo-Arancione e Rosso.
Si consiglia inoltre, di prendere la frutta o il succo, lontano dai pasti per assimilare meglio le vitamine, se invece si hanno problemi di glicemia alta, allora meglio dopo un pasto, magari ricco di verdure, che aiuta a digerire più lentamente gli zuccheri e a far scendere i valori di glicemia.
I grassi contenuti nella frutta, sono grassi mono o poli insaturi, con ottime proprietà benefiche rispetto ai grassi saturi di origine animale. L’assunzione di grassi insaturi, presenti anche nella frutta secca, aiuta ad aumentare il colesterolo buono HDL e ad abbassare la pressione sanguigna oltre che a contrastare la glicemia.
Questa estate quindi prediligiamo frutta e verdura fresca e magari anche un bel gelato, ma sempre a base di frutta.
Fonte: Salute e tavola
Quanto siamo influenzati sulla scelta del cibo che prendiamo tutti i giorni?
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La risposta è Molto, in quanto il nostro meccanismo mentale è molto complicato. Pensate quanto l’ambiente e le situazioni che viviamo ogni giorno, possano influenzare le nostre scelte. Noi abbiamo molte capacità di sintesi per la selezione e la valutazione di un alimento.
Ci sono, infatti, delle fasi che, inconsapevolmente, usiamo tutti i giorni.
La prima fase è il suono del cibo, cioè il rumore che si crea quando tocchiamo o mangiamo un alimento.
Di seguito abbiamo l’aspetto visivo, cioè il colore e la sua forma ed infine l’odorato, cioè il suo profumo.
Solitamente, la prima cosa che si fa prima di acquistare un alimento, è vedere il suo colore, che influenza molto la nostra scelta, come ad esempio una mela, che se non è bella, rossa o lucida non la prendiamo.
Poi c’è l’odore; una volta preso l’alimento lo annusiamo e qui, c’è un’informazione in più, come ad esempio se sono passati tanti giorni.
Infine lo mangiamo e poco prima di inghiottirlo, abbiamo la sensazione del gusto, cioè se è dolce, amaro o salato.
In questo momento si dividono molte molecole che dalla nostra bocca a circa 37 gradi, vanno verso la mucosa olfattiva, cioè nella parte bassa del naso e da qui si crea una miscela tra il sapore e l’odore ( i francesi la chiamano “flavour” ).
Esempio, quando il naso è tappato, a causa di un raffreddore o altro, noi sentiamo solo il sapore, il gusto e non l’odore perché i recettori olfattivi sono bloccati. Questa capacità olfattiva, varia da persona a persona e molto dipende da come siamo allenati ad assaporare un cibo o se siamo fumatori.
Per concludere, sui colori, sulla forma e soprattutto sulla miscela e cioè sul “flavour”, le aziende giocano molto, aggiungendo oltre agli ingredienti principali, sempre degli aromi, creando prodotti alimentari sempre più buoni, gustosi e invitanti.
Durante l’acquisto del cibo è quindi importante utilizzare prodotti sani e naturali, senza aromi, che influenzano sempre di più il nostro gusto facendoci dimenticare il vero sapore naturale di una volta.
Nas, latte e derivati
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Ancora una volta si parla di traffico recente di farmaci veterinari illeciti in Italia, dove personale del Nas di Cremona ha tratto in arresto un ex agente di commercio che operava nel settore zootecnico. Ben 80.000 litri di latte bovino, è stato sottoposto a vincolo sanitario in quanto veniva somministrato al bestiame mediante iniezione, la Somatropina, che serve ad incrementare la produzione di latte fino al 20%.
La produzione del latte rimane purtroppo contaminato dall’ormone che risulta nocivo per la salute del consumatore, con conseguente potenziale sviluppo di malattie endocrine e patologie tumorali. L’ingente quantitativo di farmaci veterinari sequestrati, dimostrano l’esistenza di un mercato clandestino di farmaci illegali per animali destinati all’alimentazione umana, somministrati senza alcun controllo veterinario.
Tali pratiche illegali sono pericolose per la salute dei consumatori anche perché possono comportare la presenza di residui medicinali nel latte e nelle carni, determinando il cosiddetto fenomeno della “antibiotico resistenza”.
E’ con questa notizia, che potremmo unirci al fatto di fare molta attenzione all’acquisto di latte e non solo.
Molti medici e nutrizionisti consigliano infatti di diminuire o eliminare il consumo di latte e derivati, in quanto secondo molti studi oramai approvati, la caseina e il lattosio contenuto nel latte, porterebbe ad allergie e intolleranze causate dall’incapacità di scindere il lattosio in glucosio e galattosio, creando sintomi e disagi come dolori addominali, gonfiori e crampi. Il latte è anche mucogeno, cioè il muco prodotto dal latte, in particolare dalla caseina, va ad intasare le vie metaboliche degli organi interni causando una difficoltà respiratoria. Molte patologie strane e apparentemente incurabili sorgono dall’intolleranza non riconosciuta ai latticini. Infine il latte di mucca contiene in realtà, solo un decimo delle vitamine essenziali contenute nel latte materno e contiene, come si sa, grassi saturi e colesterolo. Cerchiamo quindi di sostituire il latte con altre soluzioni, ma se proprio si desidera bere latte vaccino, usate solo latte intero, fresco e non a lunga conservazione, in quanto vengono tolte tutte le sostanze nutritive più importanti.
Biologico integrale
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Negli ultimi cinquant’anni l’agricoltura ha subito profonde modificazioni, in quanto le moderne tecniche di coltivazione intensive hanno portato da una parte un aumento dei raccolti e dall’altra un impoverimento e una forte contaminazione del terreno e dei cibi raccolti. Si ha infatti anche un cambiamento della stessa composizione dei vegetali e della frutta, a causa della grande varietà di sostanze chimiche composte da fertilizzanti, pesticidi, antiparassitari, che sta lentamente inquinando anche campi, fiumi, falde acquifere, sorgenti…
Per tutti questi motivi, diverse aziende hanno scelto di seguire le regole dell’agricoltura biologica, per ottenere raccolti privi di pesticidi e altre sostanze chimiche, cercando di mantenere l’aspetto nutrizionale e organolettico dell’alimento e quindi più ricco di minerali e vitamine.
Il biologico, anche se al 75%, ha una fertilizzazione organica, utilizza la rotazione delle colture e la disinfestazione con sostanze naturali.
Quindi si consiglia sempre più, di fornirsi di cibi biologici e soprattutto integrali. Molto importante, sottolineo, è prendere cibi integrali si, ma biologici, in quanto sulla superfice esterna dei cereali, frutta e vegetali, si concentrano le sostanze più preziose della pianta, ma purtroppo anche la maggior parte dei residui delle sostanze chimiche utilizzate dall’agricoltura intensiva. Ecco perché la scelta di mangiare grandi quantità di verdure e cereali integrali, come i massimi esperti consigliano, deve essere sempre accompagnata dalla decisione di prendere sempre prodotti integrali, altrimenti si rischia di consumare anche sostanze inquinanti.
Il cibo integrale, inoltre, limita il sorgere di molte malattie causate oggi dal consumo giornaliero di cibi raffinati che portano ad una forte riduzione di vitamine E, B, minerali e in particolare di fibre, importanti per un corretto funzionamento dell’ intestino, molto importante per la nostra vita, chiamato oggi il nostro “secondo cervello”.